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Immagine del redattoreMarco Bazzoli

ESISTONO ANCORA I GIORNALISTI

di @MarcoBazz92


In un periodo in cui il mestiere del giornalista è spesso visto con sospetto, per non dire di peggio, capita ancora di imbattersi in alcune persone che mettono anima e corpo in questo lavoro, anche sacrificando la propria vita.

Ammetto di nutrire una certa ammirazione per i giornalisti, li ho sempre immaginati e visti come delle persone con una cultura sopra la media, sempre intenti ad ampliare il loro sapere, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, di una notizia, un fatto, una storia. Il giornalista lo vedo come una persona con una grande abilità nel raccontare e, soprattutto, nel farsi capire dalla gente, da chi tutti i giorni si sporca ancora la punta dell’indice sfogliando i cari, vecchi quotidiani.

Confesso di avere un debole (giornalisticamente parlando naturalmente) per Vittorio Feltri che nonostante sia indigesto, addirittura odiato da molte persone per il suo modo diretto di esprimersi, scrivere in maniera eccellente, chiara, semplice e grammaticalmente perfetta, cosa non scontata, in quanto è capitato di imbattermi in strafalcioni colossali leggendo i quotidiani ultimamente. Purtroppo non ho mai avuto il piacere di ascoltare dal vivo, ma spero di riuscirci prima o poi.

Un ramo giornalistico, se così si può definire, che ammiro molto è quello dei report (o inviati? Scusate l’ignoranza), quelle persone che quando inizia un conflitto lasciano i loro cari, quello a cui più tengono per partire, non avendo mai la certezza di far ritorno a casa, e per raccontarci da vicino la guerra.

A parte il pelo sullo stomaco, questi giornalisti devono avere una passione viscerale per il loro lavoro. Ne ho avuto la conferma quest’estate quando ho avuto il piacere di ascoltare Cecilia Sala, corrispondente per Il Foglio, durante la presentazione del suo nuovo libro L’incendio (bellissimo e stra-consigliato se non lo avete ancora letto). Cecilia Sala, nonostante la giovane età, ci ha già raccontato alcuni dei territori più caldi dei ultimi anni, Ucraina, Afghanistan, Iran e garantisco che là si ascolterebbe per ore, chiara, semplice e capace di spiegare i fatti senza prendere le parti di uno o dell’altro. Una vera e propria cronista.

Insomma, sarà pur vero che il giornalismo è in uno stato semi-comatoso, ma per fortuna ci sono ancora persone come Cecilia Sala, che ci mettono il cuore e l’anima per fare in modo che questo mestiere non muoia definitivamente.

Grazie e buon lavoro.

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